La polemica su un segno negozio di liquori

STORIE DI VITA

In questo mondo in rapida evoluzione, le vecchie norme vengono sfidate e le trasformazioni positive vengono abbracciate. Ma a volte, sembra che stiamo diventando troppo sensibili. Un recente incidente in Oklahoma mette in evidenza questo cambiamento culturale, dove un negozio di liquori si è trovato al centro di una controversia su un semplice cartello che aveva esposto.

Il cartello, posizionato coraggiosamente nella vetrina del negozio, diceva: “Tira su i pantaloni o non entrare. Cerca di avere un po ‘ di decenza e rispetto per gli altri. Nessuno vuole vedere le tue mutande.”A prima vista, questo potrebbe non sembrare offensivo, in quanto non prende di mira alcun gruppo specifico o sfida le credenze. Tuttavia, ha fatto arrabbiare un discreto numero di persone.

In questa epoca di social media, pochi clic possono trasformare qualcuno nel centro di una tempesta online. Ed è esattamente quello che è successo al Midwest Wine and Spirits. Il cartello ha rapidamente scatenato un acceso dibattito quando è stato caricato su Internet. I sostenitori hanno sostenuto che c’è una chiara differenza tra affrontare comportamenti genuinamente offensivi e creare drammi inutili fingendo di essere offesi.

Chad Gilbert, uno dei manager del negozio, ha difeso il cartello dicendo: “Mi rendo conto che indossare pantaloni bassi è una dichiarazione di moda per alcuni, ma non funziona per me, e lo trovo un po’ offensivo.”I dipendenti hanno anche condiviso la loro prospettiva, notando che i pantaloni cascanti rendono più facile rubare. D’altra parte, i critici hanno affermato che non era il posto del negozio a dettare ciò che i clienti dovrebbero indossare.

Allora, a che punto siete in questo dibattito? Credi che il negozio di liquori fosse sbagliato per aver esposto il cartello, o pensi che la gente ne stia facendo un grosso problema? Ci piacerebbe sentire i vostri pensieri. Partecipa alla conversazione e condividi la tua opinione nei commenti qui sotto. E non dimenticate di condividere questo articolo su Facebook per incoraggiare un dibattito sano e rispettoso.

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